Paola Mattioli è nata a Bologna il 27 novembre 1962.
Il padre dermatologo iniziò a lavorare nei paesi della Provincia di Bologna: Budrio, Medicina, Crevalcore e in seguito presso l’Azienda Sanitaria di Bologna. Esercitava la professione anche privatamente nello studio della famiglia con la collaborazione della figlia Paola che prendeva gli appuntamenti dei pazienti e la moglie Viera che svolgeva le funzioni di assistente ed infermiera.
La madre, casalinga, romagnola di Alfonsine (RA) era una donna chiacchierona e apprensiva che assecondava il marito nell’educazione iperprottettiva delle due figlie e in particolare della minore Paola.
Nella famiglia c’erano anche i nonni materni e paterni. In quella famiglia “allargata” gli scontri generazionali erano fonte di frequenti litigi. Nonostante ciò, l’aggregazione, basata sulla partecipazione attiva, prevaleva sempre con beneficio per tutti.
I rapporti tra le sorelle Paola e Silvia sono stati in fase alterne di complicità e di competizione.
In tale contesto Paola, cresceva permeandosi di tabù e timori anacronistici ai tempi e luoghi che frequentava fuori dalla famiglia. A ciò si aggiungeva una salute precaria che non gli permetteva di spiccare il volo nei meravigliosi e irrepetibili anni dell’adolescenza e della gioventù costringendola a rimanere protetta e soffocata sotto una campana di vetro.
La scuola magistrale sarà di giovamento grazie alla sensibilità di alcune insegnanti che comprendono il bisogno di evasione di quella ragazza chiamata Paola. Essa incomincia ad uscire dal bozzolo, della timidezza, e dalle sue paure manifeste ed anche di quelle inconsce.
In quel periodo Paola scopre la magia e la bellezza dello scrivere.
Scrivere poesie sui momenti belli o tristi che vive. Le parole gli scorrono sul foglio velocemente e la sua penna scivola via come se avesse sempre scritto.
La formazione scolastica prosegue con la frequentazione di un corso professionale serale per Assistente di Comunità Infantili (due anni in uno).
Paola inizia la fase lavorativa subito dopo il diploma come impiegata precaria. Il precariato dura ventitrè anni. Il lavoro le piaceva ma la precarietà le danneggia la sua speranza di costruire un futuro.
Nel 1995 partecipa ad un concorso per Educatori Nido, risultandone in seguito idonea e viene assunta dal Comune di Bologna. Entra in ruolo nel’ 2007.
Paola riprende a scrivere poesie dopo la morte di sua madre nel 2006, anno per lei molto difficile perchè non avendo più i genitori sente il bisogno di fissare sulla carta ciò che di profondo sente. Lo scrivere per lei diventa necessario, essenziale. Durante la scrittura attraversa momenti speciali, unici, di silenzio e di calma. Su quei fogli esprime i suoi sentimenti più nascosti e inesplorati.
Nascono così le sue poesie dell’età matura: sentimenti profondi, ricordi amari e a volte dolorosi, sentimenti d’amore intensi e veri che lasciano trasparire una vena malinconica volta alla controversa ed irrinunciabile bellezza della vita.